Il podcast di Day One

Dal 5 ottobre 2024, ogni sabato e per un anno, Day One sarà anche un podcast condotto da Alessandro Zampini del Post e Mattia Ravanelli (il titolare di Day One).

Sarà disponibile liberamente attraverso la grande maggioranza delle piattaforme che ospitano podcast e in particolar modo:


Ti serve la versione lunga? Pronti!

Tra le molteplici cose che non ho mai fatto ci sono i podcast. E anche ascoltare dal vivo i Nirvana. Posso colmare solo una di queste due mancanze: se siete (futuri) lettori di Day One, lo spirito d’osservazione non vi mancherà e avrete già capito che è la prima: Day One avrà anche un podcast.

Quella ad apertura di pagina sembra un’immagine professionale da catalogo, invece è stata scattata proprio dove sono già iniziate le registrazioni di quello che sarà un appuntamento settimanale che servirà a riassumere tutto quanto già proposto nella newsletter quotidiana. Così ogni giorno (e anche di più) Day One sarà una newsletter che arriverà nelle caselle email degli abbonati, ogni mattina, e il sabato si trasformerà anche in una chiacchierata di circa mezz’ora di durata.

Dietro i microfoni ci saremo io e Alessandro Zampini1, che scrive di Final Fantasy videogiochi da un sacco di tempo e da un po’ lo fa anche sulle pagine del Post (per cui cura anche il podcast Joypad, assieme a Matteo Bordone e Francesco Fossetti). È grazie ad Alessandro Zampini se il podcast di Day One esisterà nella forma in cui lo conoscerete e non una ben più raffazzonata. Lui ci mette la tecnologia, la conoscenza delle tecniche di montaggio e pubblicazione e io mi limito a presentarmi dove mi viene detto e a parlarci assieme. Di cosa? Di una selezione delle cose già presentate nella newsletter quotidiana: non tutto, perché il podcast di Day One vuole essere un ascolto non troppo impegnativo e tutto sommato abbastanza veloce (proprio come la newsletter). Mezz’ora da ascoltare mentre si fa una camminata durante il weekend, o si girovaga per il supermercato, o si appassisce su un mezzo pubblico diretti da qualche parte, o si monta un Lego. La presenza di Alessandro è anche cruciale per rendere il podcast molto meno pizzoso: per ascoltare uno che parla da solo per mezz’ora ci vuole del fegato (a meno che il tizio non sia proprio bravo), mentre in due prende tutto subito una piega meno soporifera.

Il podcast sarà liberamente accessibile, non servirà quindi avere un abbonamento a pagamento e infatti sarà disponibile attraverso le solite piattaforme (da Spotify in giù). Gli stacchi musicali che lo renderanno un po’ più movimentato saranno quelli firmati da Fabio “Kenobit” Bortolotti, uno che la musica la fa per vivere (ma sa anche cucinare e se la cava bene con Shinobi e altri videogiochi dell’altro ieri).

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Quello dei Barili esplosivi.