È successo il 25 dicembre
Phoenix, Tombi!, Bujingai: Swordmaster, Phantasy Star: Zero e White Knight Chronicles.
Se festeggiate, auguri! Se non festeggiate, oggi avete più tempo per ascoltare una puntata speciale del podcast di Day One, piena di ospiti molto più noti dei due che lo conducono ogni settimana. (Quasi) tutti ci hanno raccontato il videogioco che hanno ricevuto a Natale e a cui sono più affezionati. Troverete le testimonianze di Luca Misculin e Matteo Bordone del Post, di Cristina Scabbia (prima videogiocatrice e poi cantante dei Lacuna Coil), di Cristina Resa (si occupa di cinema, editoria, comunicazione e potreste già aver incrociato dei suoi articoli in giro per l’interweb), di Alessandro Redaelli che è il premiato regista di Game of the Year e Funeralopolis, di Vincenzo “Vitoiuvara” Aversa, che è una creatura mitologica da scoprire… e poi anche di alcuni dei lettori di Day One che hanno voluto partecipare. Per ascoltare questa puntata speciale: Spotify, Apple Podcasts, Amazon Music.
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Oggi nel 2008
Sony lo definisce “il GdR portabandiera di PlayStation 3”, è White Knight Chronicles, il nuovo gioco di Level-5 (tra i lavori più recenti: Dark Cloud e Rogue Galaxy). Coinvolto suo malgrado in una spossante guerra che da tempo contrappone due regni, il giovane Leonard salva una giovane principessa e, nel farlo, si imbatte nella White Knight, un’arma antica che gli dà le fattezze, la potenza e i sette metri di altezza di un “cavaliere bianco” (vagamente idealizzato). Segue un gioco di ruolo con combattimenti a turni, funzioni online e un villaggio da accudire ed espandere lungo decine di ore di esplorazioni e avventure.
Il risultato finale non ha nulla a che vedere con il trailer iniziale e non solo è più brutto da vedere, ma ha anche un sistema di combattimento fallato, una narrazione maldestra e una serie di altri problemi tecnici. Mi stupisce il fatto che un gioco simile, con tutto questo potenziale, sia stato realizzato da uno studio con così tanta esperienza alle spalle.
Ryan Clements - IGN1
Phantasy Star: Zero ve lo siete persi o forse me lo sono perso solo io. Sega sceglie il Nintendo DS per rilanciare la serie di Phantasy Star Online e ampliare il pubblico, includendo anche quello più giovane. Il titolo del gioco è un chiaro riferimento a una sorta di riavvio del filone online dello storico GdR, ora curato dal Sonic Team. Lo stile di gioco è simile a quello visto in Phantasy Star Online (con 14 tipologie di personaggi, le stesse classi e 350 armi, tra cui due nuove categorie). Le opzioni per il gioco in rete, con un party di un massimo quattro persone, non mancano, ma c’è maggiore attenzione riservata alla modalità offline e alla dimensione narrativa.
Oggi nel 2003
Bujingai: Swordmaster è il gioco per i cinquant’anni di Taito, una torta elaborata assieme a Red Entertainment e avvalendosi del character design di Toshihiro Kawamoto (Cowboy Bebop) e la sceneggiatura di Yousuke Kuroda (Trigun). Il protagonista, Lau Wong, ha i movimenti e i tratti somatici del cantante J-pop Gackt, mentre la colonna sonora è del leggendario studio interno di Taito: Zuntata. L’obiettivo di Taito è di trasportare il genere Wǔxiá, che racconta di eroi delle arti marziali della tradizione cinese, nei videogiochi.
Dopo due anni di sviluppo il risultato è un esponente della nuova scuola degli stylish action game, fondata da Devil May Cry. Salti a muro e contrattacchi avvicinano il gioco di Taito e Red Entertainment alla nuova interpretazione che Sega ha dato del suo Shinobi a partire dal 2002. Bujingai: Swordmaster si muove bene, lascia affettare gente con la giusta dose di soddisfazione e anche tecnicamente non ha molto da rimproverarsi.
Penso che sia un gioco con un “retrogusto asiatico”, come se lo immagina un giapponese. L’idea è che si debbra puntare a fare ciò che si ritiene interessante, anche se non è precisa e rigorosa al 100%: questo è Bujingai. È un modo per non pensare a nulla e fare andare la spada. O almeno per me è così.
Yousuke Kuroda - Scenario Director Taito2
Oggi nel 1997
Anche mettendosi d’impegno, è difficile trovare più di una manciata molto ristretta di figure con un curriculum in grado di rivaleggiare quello di Tokuro Fuijiwara. Tocca bussare alle porte dei Miyamoto e dei Suzuki. Come Director o Producer, Fuijiwara ha partecipato a una parte consistente dei primi lustri di Capcom. Quando poi ha deciso di cambiare aria, ha fondato la sua Whoopee Camp e creato Tombi! (Tomba! in Giappone e Stati Uniti), un gioco di piattaforme con una progressione non lineare e un personaggio azzeccato. Ma al di là del gioco, curioso e ben fatto naturalmente, c’è l’intuizione di Fuijiwara che precorre i tempi, quelli che arriveranno qualche anno dopo e vedranno altri luminari del game design giapponese abbandonare i grandi editori degli anni ‘80 e ‘90 per tentare la strada indipendente.
Tombi è una combinazione divertentissima tra i classici giochi di piattaforme e le sfide di un gioco d’avventura per i più giovani e chi è “giovane dentro”, siamo convinti che sarà un successone estivo.
Chris Deering - President, Sony Computer Entertainment
Giocaci oggi: Steam | PlayStation | Switch
Oggi nel 1980
[WC] Ho conosciuto Phoenix nel 1990, aveva già dieci anni e tutta la sua tormenta di invasori dello spazio era stata rinchiusa in un mobile con uno schermo e un set di comandi, a pochi metri da una spiaggia della Calabria. Avevo già passato lunghi momenti di simpatia con Burnin’ Rubber o Choplifter su Commodore 64, con Bubble Bobble e chissà quanti altri in bar e sale giochi, e a casa avevo già risucchiato tutto quello che potevano darmi i giochi del Mac e del Master System. Ma è stato Phoenix, quell’estate, a farmi conoscere sensazioni diverse. Secondo la mia (non del tutto affidabile) memoria ho organizzato appuntamenti ricorrenti verso quel cabinato, durante il periodo di villeggiatura a Tropea.
La questione era che non volevo solo giocare all’ennesima rilettura dello schema di Space Invaders, volevo diventare bravo. Volevo raggiungere la schermata in cui compare la nave madre dei cattivi senza dover temere di aver bruciato un’altra volta le monete per nulla. Non ricordo se sono diventato bravo a Phoenix, ma almeno ci ho provato. È con lui che sono passato alla fase romantica del mio rapporto con i videogiochi.
Qualcosa in più…
La promozione di Bujingai: Swordmaster in Giappone vide Taito impegnarsi considerevolmente. Gakt prese parte alle presentazioni pubbliche e anche a uno spot televisivo di un certo successo e venne realizzata anche una serie a fumetti che precedette l’uscita del gioco. Nelle prime settimane di disponibilità nei negozi, Bujingai vendette circa 100.000 copie. /
Non solo Tombi!: Tokuro Fujiwara è tornato sulla scena nel 2021 come responsabile del progetto Ultimate Ghosts’n Goblins, prodotto da Capcom. È lui ad aver svolto il ruolo di Director di tutti i capitoli principali della serie, fin dal 1985.
Legenda: [WC] Wild Card - Ha debuttato questo mese, ma il giorno esatto non è noto.
And the Night Mare rides on / With a December black psalm
Buon Natale! Phoenix è un gioco che vale sempre la pena (ri)scoprire, ottima scelta