È proprio demoralizzante leggere recensioni di videogiochi promettenti, ma non perfettamente riusciti, in cui chi scrive spera che le potenzialità vengano sfruttate meglio in un episodio successivo… quando già sai che quell’episodio successivo non è mai esistito. Oggi partiamo con Black, probabilmente la fine dell’ascesa del talentuoso studio Criterion, coinciso con l’acquisizione da parte di Electronic Arts qualche tempo prima. Coincidenze? Etc.
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Black è il primo gioco dello studio inglese Criterion che non coinvolge veicoli su quattro ruote, ma il tasso di distruzione è rimasto pressoché inalterato. Questa volta, però, raggiunge tutto ciò che circonda il protagonista, Jack Kellar, sergente della squadra speciale Black, e i poveracci che finiscono a fare da bersagli mobili per le sventagliate di piombo che danno il ritmo all’azione. In Black tutto si distrugge, le coperture vengono sbriciolate e sebbene armato, nemmeno il cemento può opporsi alla brutalità del gioco.
Black propone ogni aspetto dell’esperienza di sparare e cattura la paralizzante sensazione che accompagna tirare il grilletto di pericolose e inusuali armi automatiche.
Alex Ward - Creative Director Criterion1
Black è tutto quello che potreste volere da uno sparatutto, se tutto quello che volete è sparare e basta. Nonostante i suoi problemi [di ripetitività], è un gioco che tutti dovrebbero provare. Dopo averlo finito, non posso fare a meno di pensare a quanto Criterion sia riuscita a far evolvere la sua serie Burnout e sono ansioso di capire se succederà lo stesso a Black.
Chris Roper - IGN2
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