È successo il 5 novembre

Splatterhouse, Another World, Steel Panthers e Fighting Force.

Ogni giorno, tutti i giorni dell’anno, Day One propone una selezione di cose già successe tra i videogiochi: dal 1980 al 2015, (quasi) dieci anni fa. Ci sono soprattutto le uscite dei giochi, i debutti di quelle che diverranno serie o alcuni ritorni degni di nota, ma anche i lanci delle nuove console o le loro rivisitazioni. E in fondo, un veloce approfondimento. Ogni tanto potresti anche trovare il commento di un ospite.

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Oggi nel 1997

(Immagini: Eidos Interactive)

Quando finalmente Fighting Force venne pubblicato, dopo un cambio di nome e di editore, non mi fu affidata la recensione del gioco. La cosa provocò uno spostamento del mio asse di equilibrio mentale che impiegò una buona mezz’ora a riallinearsi. Sentivo che ero adatto a mettere alla prova Fighting Force, perché lui era un picchiaduro a scorrimento in 3D, la rivista su cui sarebbe finito l’articolo (Zeta dello Studio Vit) si occupava di videogiochi per PC e io ero uno dei pochi rimasti in redazione che era più interessato ai giochi d’azione da console, che ai giochi per PC più classici.

Di Fighting Force si parlava con un certo trasporto in quel momento, ma quando riuscii finalmente a farci un paio di partite, mi convinsi che sarei sopravvissuto al dolore di non averne scritto. Il gioco di Core Design non era tutta questa cosa e nonostante i quattro personaggi tra cui scegliere, la varietà era proprio ridotta all’osso: tanto nel sistema di combattimento, quanto nei nemici e nelle situazioni in cui ci si ritrovava a scassargli le ossa. Il 3D non sembrava proprio fatto per i picchiaduro a scorrimento e allora meglio così, meglio che se ne sia occupato qualcun altro, tanto più che Fighting Force nemmeno finì per essere quello Streets of Rage 4 che avrebbe dovuto diventare, nei progetti iniziali di Core Design. Nota a margine: il caporedattore che affidò la recensione del gioco ad altri è quello che firma la scheda del gioco qua sotto. Ma non porto rancore.