È successo il 19 maggio: The Witcher 3: Wild Hunt e...
Flicky, Renegade, Bionic Commando e The Witcher 3: Wild Hunt.
La serie di The Witcher è diventato un classico moderno dei videogiochi, non per nulla il suo editore e creatore, CD Projekt RED, sta impiegando ben più di dieci anni a dargli un seguito. Oggi ce ne parla Paul Mallison. Il gioco dello strigo viene accompagnato da un paio di classici molto meno moderni, tra cui il sempre efficace Flicky e il perennemente punitivo Renegade. A ciascuno il suo!
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{ di Paul Mallison }
Immagino che a qualcuno non vada giù che la storia di The Witcher 3: Wild Hunt sia costruita attorno a personaggi ben definiti, piuttosto che a quelli creati da zero da chi ci gioca. Le regole d’oro dei GdR dicono così in effetti, ma non sono d’accordo. Da appassionatissimo del genere, che frequento da decenni attraverso qualsiasi esponente del genere su cui riesca a mettere le mani, The Witcher 3 ha pienamente risposto alla mia voglia di collezionare, organizzare e creare oggetti; di combattere; di solcare i mari… e di godermi una storia ben scritta, con personaggi che mi diventano cari e che riesce a emozionarmi.
Il gioco standard ha una tale quantità di eccellenti missioni da lasciare sfiniti ma quanto mai soddisfatti. Blood and Wine e Hearts of Stone, le due espansioni, sono a modo loro toccanti e sorprendenti, tanto da farmele definire imperdibili. E il combattimento, in The Witcher 3, è davvero esaltante, almeno una volta che si è capito bene come funziona. Ma quello che amo di più di The Witcher 3 è quanto riesca a emozionarmi. Pochissimi giochi hanno la sua stessa capacità di farti sentire felice o triste a seconda di quanto avvenuto in uno specifico evento, ma The Witcher 3 riesce a farlo con molte delle sue missioni. Quella del Bloody Baron vi porterà a farvi domande sulla vostra morale ed è stata presa in considerazione per svariati premi.
Non solo: The Witcher 3 merita ogni riconoscimento anche perché non propone le solite cazzate machiste. I personaggi sono imperfetti, a volte antipatici. Ma nessuno se ne va in giro impettito come uno dei cattivi di Resident Evil (non che ci sia nulla di male in Resident Evil, lo adoro!), ma quel tipo di esagerazione non funzionerebbe in The Witcher 3. No, The Witcher 3 ha un suo realismo a cui rimanere fedele e quello che gli sviluppatori di CD Projekt RED hanno creato è un capolavoro che si muove tra i GdR e la letteratura fantasy.
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