Quasi un'ora di Day One
Ogni settimana il podcast spiaccica i giochi di sette giorni in un'unica trasmissione, piena così di serenità, nozionismo e apertura mentale.
Nella puntata numero ventinove del podcast di Day One, io e
abbiamo di nuovo inseguito obiettivi differenti. Il mio intento è quello di parlare di quanti più giochi sia possibile, dando a ognuno tempo a sufficienza per farne un riassunto decente, il tutto senza sforare la mezz’ora di registrazione. Quello di Zampa è farsi prendere dal panico appena sbrodoliamo oltre i primi dieci minuti, consapevole che poi dovrà montare la puntata e che alla mezz’ora pronosticata inizialmente (senza alcuna logica) non si arriverà nemmeno togliendo metà delle vocali e tutti i riferimenti a Sonic the Hedgehog.Se non avete mai ascoltato il podcast di Day One, questo messaggio del tutto straordinario può valere come proposta comoda: vi porta nella casella email e nella app di Substack (sempre che la frequentiate, ma dubito) l’ultima puntata dello show. Sì, cioè, se McDonald’s può chiamare “ristoranti” i suoi locali, noi ci sentiamo liberi di definire “show” questo podcast.
Per ascoltare la puntata pubblicata domenica 20 aprile, c’è il player poco più sopra. Ma se vi trovate più comodi a passare dai vari servizi di podcast, ecco qua:
I cinquantacinque minuti cominciano con Titan Souls e flOw, entrambi pubblicati il 14 aprile (rispettivamente nel 2015 e nel 2006), la stranezza è che la scaletta di questa puntata è curata da Zampa. Di solito succede il contrario, ma questa volta oltre a non averla scritta, non ho nemmeno idea di quale sia stata la selezione dei giochi. Insomma, abbiamo iniziato a registrare e io ero al buio.
Poi infatti si passa a Blasto (15 aprile 1998) e non è più chiaro se qualcuno abbia mai davvero sentito parlare di questo videogioco. O se sia mai esistito e non possa trattarsi, probabilmente, di uno scherzo matto di questi qui di Day One.
Nel resto della puntata potrete ascoltare i commenti su The Last Express (1997) dell’autore di Prince of Persia, sul mio primo Zelda (che però si chiamava Golvellius ed è stato pubblicato nel 1987 su MSX), di Portal 2 e della sua patata, di Hitler in un videogioco di Nintendo, del primo rilancio di uno scherzo durato troppo a lungo (Mortal Kombat) e del gioco 2D fuori tempo massimo, che invece non lo era (Metal Slug, 1996). Infine: Okami e Fire Emblem, due cose molto giapponesi, come tante di quelle che finiscono dentro il podcast di Day One.
Il podcast esce quasi ovunque ogni domenica alle otto di mattina e se fate quelle cose tipo “metti mi piace/iscriviti”, poi finisce pure che vi arrivano le notifiche. Io non lo faccio mai perché non sono un fan delle notifiche, ma magari con voi funzionano.
Io ti leggo solo dall’app di substack. ❤️