Non capita più tanto spesso di ritrovarsi di fronte a un seguito di una serie di grande successo che delude sotto praticamente ogni punto di vista. Nel 2003 è successo a Devil May Cry 2, di cui in questa puntata potete leggere degli estratti da molte recensioni dell’epoca (anche nella sezione “Qualcosa in più”).
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Oggi nel 2003
Debutto: PlayStation 2 (Sony)
Se la serie di Dante è destinata a raccogliere l’eredità di Resident Evil, allora Devil May Cry 2 deve seguire l’esempio della seconda uscita della saga zombesca del 1998. Più grande, più spaccone, pronto a mietere premi e raccogliere il favore di milioni di giocatori e giocatrici (o almeno il frutto dei loro portafogli). Il progetto è gestito da Hideki Itsuno, che si è fatto le ossa su Power Stone e una sequela di altri picchiaduro secondari di Capcom.
Oltre a raddoppiare la mappa di gioco, arriva anche una co-protagonista: Lucia affianca Dante, figlio di Sparda, nella sua nuova missione contro ondate di demoni. Rimangono il ritmo altissimo degli scontri da gestire con lame e proiettili e la valutazione dello stile di combattimento, mentre debutta un sistema di adattamento dinamico della difficoltà di gioco.
Il primo Devil May Cry ha sorpreso i giocatori in tanti modi, ma non era nulla… Devil May Cry 2 porterà il sogno a un livello mai visto prima, con grafica e azione che lascerà senza parole milioni di appassionati in tutto il mondo.
Todd Thorson - Director of Marketing Capcom
A DMC2 semplicemente manca lo stile, la figaggine e l’eleganza che hanno reso il primo gioco quello che era.
PSM (US)1
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Oggi nel 1998
Debutto: PlayStation (Sony)
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